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Qualche giorno fa, il telescopio spaziale Hubble ha immortalato gli straordinari momenti della nascita di una stella simile al Sole: la T Tauri, distante 550 anni luce da noi. Nella foto è ritratta con altre sue due compagne e tutte e tre sono quasi totalmente avvolte dal ramo di una nebulosa, della quale illuminano in parte i materiali di cui è composta. È un’immagine molto suggestiva, perché permette di fare un salto nel tempo indietro di 4,6 miliardi di anni fa, quando il nostro Sole stava iniziando ad accendersi. 


Mi sembrava un buon modo per ritrovarci, nella settimana in cui si celebra la biodiversità sul nostro pianeta. Immagina per un momento di guardarlo a centinaia di anni luce di distanza per poi rituffarti nella moltitudine di specie viventi che lo abitano. Questo è un nuovo Brunch con VAIA e torniamo a parlare di biodiversità e di come proteggerla. Ora partiamo, ma resta fino alla fine, perché ho una sorpresa per te da ascoltare

UN INVITO AD AGIRE

Proclamata dalle Nazioni Unite più di trent’anni fa, la Giornata internazionale della biodiversità rinnova ogni 22 maggio l’impegno contenuto nella Convenzione per la Diversità Biologica  a promuovere “la conservazione della diversità biologica, l’uso sostenibile dei suoi componenti e la giusta ed equa condivisione dei benefici derivanti dall’utilizzo delle risorse genetiche”. Si tratta di uno strumento legale internazionale adottato nel 1992 e redatto otto anni prima per la tutela della biodiversità sul nostro pianeta. 

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Per quest’anno, le Nazioni Unite hanno scelto come tema uno slogan provocatorio, “Be part of the Plan”. Un’esortazione ad agire rispetto alla rapida e grave perdita di ecosistemi. Insomma non c’è più tempo – forse – ma muoversi tutti verso un obiettivo comune può ancora fare la differenza. In quest’ottica è fondamentale dare seguito a quanto proposto nel Kunming-Montreal Global Biodiversity Framework, il Biodiversity Plan approvato dalla quindicesima conferenza delle parti e adottato da 196 paesi per per costruire in un orizzonte temporale alquanto ambizioso una visione di mondo in piena armonia con la natura. 

Un recente rapporto dell’United Nations University (Unu), intitolato Interconnected Disaster Risks,  attira l’attenzione sul fenomeno delle “coestinzioni”, ossia la reazione a catena che si verifica quando la completa scomparsa di una specie colpisce un’altra. Tra gli animali più a rischio c’è ad esempio la testuggine del Texas, una delle specie viventi più antiche del pianeta. La riduzione del loro numero non è solo problematica per la sopravvivenza della specie: queste bellissime creature, infatti, svolgono anche un ruolo vitale nel preservare il delicato equilibrio del loro habitat costiero.

Fanno molto riflettere le parole utilizzate dal segretario esecutivo ad interim della Convenzione per la Diversità Biologica, David Cooper, per spiegare il tema scelto dalle Nazioni Unite per il 22 maggio di quest’anno. Sono un invito ad agire rivolto a tutte e tutti, senza distinzioni di ruoli o potere: «I governi, le popolazioni indigene e le comunità locali, le organizzazioni non governative, i legislatori, le imprese e gli individui – sottolinea Cooper – sono incoraggiati a evidenziare le modalità con cui sostengono l’attuazione del Biodiversity Plan. Tutti hanno un ruolo da svolgere e quindi possono far parte del Piano».

CUSTODI DELLA BIODIVERSITÀ​

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Secondo i dati delle Nazioni Unitele foreste sono l’habitat che custodisce oltre l’80 per cento di tutte le specie terrestri di animali, piante ed insetti e per questo sono considerate riserve di biodiversità “troppo preziose” per andare perdute. All’interno di una foresta convivono milioni di specie, animali e vegetali, e microrganismi che si influenzano vicendevolmente per raggiungere la piena funzionalità, creando così un delicato equilibrio dinamico. È proprio grazie a questa rete di scambi reciproci che un ecosistema può svolgere una serie di funzioni che, seppur gratuite, vanno a beneficio della qualità di vita di tutti. Tecnicamente vengono definiti servizi ecosistemici

Qualche giorno fa Lifegate ha scritto dell’impegno di VAIA a tutela di questi preziosissimi ecosistemi. È importante ricordare che persino la riforestazione di un’area è un processo delicato, che richiede tempo, competenze e scelte accurate. Si tratta di ripristinare un sistema complesso, ricostruendo la casa di milioni di specie animali e vegetali che altrimenti rischieremmo di perdere a causa della distruzione, del degrado o della frammentazione del loro habitat naturale. A tale scopo la Commissione Europea ha redatto delle linee guidaper interventi di riforestazione e piantagione, raccogliendo una serie di condizioni chiave da rispettare affinché la riforestazione sia efficace e mirata a tutelare la biodiversità. Ed è per questo che ogni nostra riforestazione avviene sotto l’occhio attendo dei Custodi Forestali che hanno in gestione l’area individuata: preparano il terreno, ci insegnano a mettere a dimora correttamente le nuove piantine e monitorano nel tempo il nuovo impianto. 

(Y)OUR VOICE – La parola dei Vaier

E prima di salutarci, ti lascio da ascoltare la bellissima cartolina sonora che mi ha inviato Guido Pinoli, ornitologo e naturalista, che ha iniziato per lavoro e passione a registrare i paesaggi sonori.  Negli anni è andato alla ricerca di quali fossero i luoghi più silenziosi sulle Alpi, dei versi di animali che andavano scomparendo, tenendo una sorta di diario della biodiversità di questi luoghi. I suoni rivelano molto dei luoghi in cui ci troviamo: mi ha raccontato ad esempio di come sia possibile entrare in un bosco ad occhi chiusi e, in base ai suoni e ai versi degli animali che lo abitano, capire di che bosco si tratti o quanto siano anziani i suoi alberi. A questo si ricollega un progetto molto interessante da lui curato, La via dei canti, nella Foresta Regionale Valsolda (CO), una riserva naturale dove è possibile lasciarsi guidare non solo dalle tradizionali tracce GPS, ma anche da quelle sonore e assaporare ancora di più ciò che ascoltiamo. 

La cartolina che mi ha inviato, invece, l’ha registrata nell’Otrepò Pavese e mi fa molto piacere condividerla con te. Buon ascolto!

E se anche tu hai voglia di inviarmi una cartolina, scrivimi a info@vaia.eu.

Intanto, ti ringrazio per aver partecipato a questo Brunch sostenibile.

A presto!

Benedetta