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Stili di vita e cambiamenti climatici Stili di vita e cambiamenti climatici

Viviamo in un mondo densamente popolato e ormai fortemente interconnesso.
Di fronte ai cambiamenti climatici quindi, oltre che cercare di smuovere la volontà politica in vista di un’organizzazione sociale ed economica più equa nei confronti dell’ambiente, ognuno di noi gioca un ruolo fondamentale verso la creazione di un modello più sostenibile e che meglio funziona in un mondo a cui mancano sempre più risorse.

La scelta e la messa in pratica di uno stile di vita sostenibile diventa veicolo di un cambiamento veloce, modulabile e facilmente attuabile, poiché parte dal singolo ma si concretizza nel collettivo attuando una vera rivoluzione.

Non è di certo immediato, avvicinandoci a degli ideali più ecologici, dare una definizione di sostenibilità e determinare come si può applicare una routine sostenibile.

Proponiamo alcune best practice per riuscire a sviluppare delle abitudini quotidiane che costruiscano uno stile di vita più attuale al modello di società sostenibile da abbracciare.

1. Limita gli spostamenti in aereo #nofly

Come anticipato nell’articolo sui cambiamenti climatici, le principali emissioni di CO2 provengono dall’utilizzo di combustibili fossili, per la produzione dell’energia  e per il trasporto.

Gli aerei costituiscono ad oggi il mezzo di trasporto più inquinante in rapporto alle emissioni prodotte per numero di passeggeri.

Un viaggio da Roma a Parigi, andata e ritorno, produce circa 500 kg di CO2 pro capite, mentre un viaggio in treno per la stessa tratta produce circa un decimo dell’anidride carbonica prodotta per un volo, e considerando che il numero di passeggeri è molto più ingente.

Il movimento no fly si sta diffondendo sempre di più proprio per queste ragioni, aderirvi è un passo significativo nei confronti della tutela dell’ambiente

2. Chiudi il rubinetto mentre ti lavi i denti

Come leggiamo in Geopolitica dell’acqua di Margherita Ciervo (Carocci, 2010) l’acqua è la più abbondante tra le risorse scarse.

La parsimonia del consumo di acqua è il secondo punto saliente di uno stile di vita responsabile. L’italia è il primo paese in europa per consumo di acqua corrente pro capite con i suoi 220 litri di acqua al giorno.

Fare un uso responsabile dell’acqua che arriva in casa nostra è fondamentale nelle strategia di vita sostenibile, questo include porre attenzione e chiudere il rubinetto mentre si fanno altre attività, limitare il consumo d’acqua nella doccia, fare lavatrici oltre il mezzo carico (per quanto sia sempre consigliato di lavare “a pieno carico” di fatto è più efficace meno energivoro e più sicuro per l’apparecchio lavare al 75% del carico).

Ma anche fare manutenzione degli elettrodomestici collegati agli impianti idrici, e agli stessi, se mal funzionanti poiché potrebbe comportare consumi maggiori, e quando possibile installare pozzi per la raccolta dell’acqua piovana, oppure nuovi sistemi idraulici sanitari in cui viene raccolta l’acqua dei rubinetti e utilizzata come acqua di scarto negli sciacquoni.

Ormai è diventato un luogo comune, uno slogan, quello di chiudere il rubinetto se non si sta utilizzando l’acqua (nonostante come vedremo serva ancora ripeterlo). Eppure il risparmio idrico non si limita a quello che possiamo fare dentro le mura domestiche bensì anche alle scelte che facciamo fuori.

Oltre che tener conto dell’acqua corrente (che ricordiamo essere potabile in Italia per legge) che si consuma bisogna cercare di risparmiare questa risorsa considerando attentamente i nostri acquisti poiché la produzione di ciascun oggetto implica un consumo di acqua, per i procedimenti industriali intrinsechi alla creazione dei beni materiali: si pensi al consumo di acqua utilizzata nell’industria siderurgica o tecnologica, o quella usata nel settore tessile sia per la coltivazione dei tessuti ma anche per la filatura e per la tessitura degli indumenti (per produrre un paio di jean servono circa poco più di 9 metri cubi di acqua, cioè più di 90 ettolitri); non bisogna dimenticare la fabbricazione di polimeri plastici che vengono generati anche dall’utilizzo di acqua nella miscela. Tutto ciò fa sì che la risorsa sia persa per sempre, fatto che rende l’utilizzo della di acqua per la produzione di bottiglie d’acqua ancora più assurdo.
Per produrre una bottiglietta da un litro ne serve mezzo (Ciervo): quindi se non per estrema necessità l’acqua imbottigliata andrebbe evitata e sostituita da acqua fresca di acquedotto.

Iniziare a creare un modello di consumo legato al rispetto dei corpi idrici è la base di un corretto approccio nei confronti di questa risorsa che appartiene a tutti sul pianeta e da cui dipende la vita come la conosciamo.

3. Riduci i rifiuti a zero #zerowaste

Sulla stessa scia di un consumo più saggio delle risorse idriche troviamo l’adesione a scelte di acquisto di prodotti biologici ed ecologici, ma soprattutto che non producano rifiuti una volta utilizzati.

Inoltre è importante optare per oggetti riutilizzabili potenzialmente all’infinito, piuttosto che quelli monouso (per fare un esempio i prodotti per la cura della persona).

L’obiettivo è quello di ridurre al minimo gli imballaggi prodotti con le spese giornalieri, in alternativa produrre imballaggi che siano riutilizzabili dai produttori oppure riciclabili al 100% o compostabili.

Ormai tutto viene imballato nella plastica, materiale che risulta di fatto poco adatto agli imballaggi monouso poiché potenzialmente eterno in natura e riciclabile, tra tutti i polimeri prodotti ad oggi, solo al 30%.

In Italia esiste un gruppo volontario chiamato Rete Zero Waste che si occupa della diffusione di modelli di acquisto più sostenibili e che ne promuove la divulgazione anche attraverso il sito web dove si possono trovare pratiche informazioni tra cui una mappa dove trovare i negozi sfusi in tutta Italia.

4. Mangiare meno carne

Questo è sicuramente il più ostico più ostico da accogliere poiché coinvolge una scelta dietetica che non è sempre facile da congeniare con i bisogni delle persone.

La produzione della carne è tuttavia associata ad un alto consumo di risorse, essendo una produzione piuttosto energivora e dispendiosa di acqua, oltre che concorrente nel produrre ingenti quantità di gas serra.

Si stima che per produrre 5 chilo di carne bovina servano circa 200 mc d’acqua (Ciervo), considerando anche che l’alimentazione degli animali d’allevamento sottrae ettari di terreni all’agricoltura.

Di contro anche il settore agricolo ovviamente presenta delle problematiche come l’utilizzo di diserbanti e pesticidi tossici per l’uomo e per l’ambiente usati per massificare il prodotto finito, anche se questo implica ovviamente gravi danni alla biosfera (in particolare la biosfera entomica, costituita da insetti che sono fondamentali per l’impollinazione e all’interno della catena alimentare di tutti gli ecosistemi). Inoltre le primizie d’oltreoceano, o i prodotti fuori stagione provenienti da altri continenti non corrispondono di certo ad un’alternativa ecologica al consumo di carne.

L’ideale è quindi limitare al minimo il consumo di carne e preferire scelte alimentari responsabili guardando al locale e al biologico, anche attraverso la ricerca di piccole botteghe o all’adesione a gruppi di acquisto solidale che, oltre a garantire una filiera rispettosa dell’ambiente, offrono una garanzia di tutela sociale per i piccoli produttori.

5. Usa la macchina solo per le emergenze

L’uso di combustibili fossili è il primo concorrente al surriscaldamento globale per via delle quantità di biossido di carbonio rilasciate nell’atmosfera.

Per questa ragione è sicuramente indicato limitare al minimo l’utilizzo della macchina, ma soprattutto quando necessario usarla ottimizzare i viaggi da fare, sfruttando al massimo la capacità di passeggeri che il veicolo ci offre.

L’alternativa più semplice agli spostamenti urbani è la bicicletta: pratica, veloce, economica e utile perché ci permette di unire l’attività fisica alla trasferta.
Quando non è possibile l’utilizzo della bici, per esempio durante i mesi invernali si può ricorrere al car sharing, servizio offerto da numerosi portali e applicazioni.

6. Scegli più materiali più naturali #benatural

Il materiale di ciò che si acquista costituisce in parte l’essenza stessa dell’oggetto abbiamo selezionato.

Scegliere materiali naturali garantisce spesso una qualità maggiore e una vita più longeva dell’oggetto, ma soprattutto restituisce al prodotto la capacità di ritornare in natura senza lasciare tracce nocive per l’ambiente.

7. #lessismore

Usare meno e usare meglio potrebbe essere il motto che guida la sostenibilità e il suo significato.

Siamo cittadini di un mondo ormai invaso dagli oggetti i cui ogni scelta di acquisto presuppone una presa di posizione etica in vista di un cambiamento complesso ma possibile.

Ogni oggetto che compriamo diventa parte della nostra vita, anche se in misura irrisoria. Possedere un oggetto ci prende tempo, spazio privato quindi anche energia.

Scegliere un approccio minimale significa dare più valore a quello che si acquista, preferendo oggetti dal design più ricercato ma anche più funzionali: significa  comprare qualcosa che veramente ci rappresenta, su cui vogliamo investire e che non ci annoierà, durando nel tempo acquistando via via sempre più valore.